Un nuovo farmaco chiamato defibrotite per Trapianto cellule staminali
Si parla con molta frequenza del trapianto cellule staminali come di una strada praticabile per quello che riguarda la cura di molte malattie, la ricerca fa ogni giorno passi da gigante in questo senso, dando nuove speranze a tutte quelle persone che sono ammalate e affette da patologie molto gravi, a tal punto da non avere più alcun tipo di speranza dalla medicina tradizionale.
Le staminali rappresentano cellule molto ricche, nella loro forma embrionale, sono in grado di rigenerare e creare nuova vita , una straordinaria capacità rigenerativa che ormai è conosciuta da tutti, proprio in questo senso la ricerca tenta ogni giorno di riprodurre questa capacità nelle cellule adulte, queste perdono nel corso del tempo questa capacità rigenerativa che è alla base della vita stessa.
Il rigetto nel caso di trapianto cellule staminali
Un aspetto sul quale molte volte non si riflette è che per quanto le staminali possano rappresentare una speranza vera per tutte le persone malate di rare patologie, forme tumorali molto gravi, possono avere degli effetti collaterali, in alcune patologie estremamente gravi, le staminali generano effetti collaterali in alcuni casi mortali, in modo particolare in tutti quei pazienti affetti da tumori maligni del sangue.
Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche viene eseguito come trattamento curativo di tumori maligni di vario genere, in alcuni casi per curare patologie non maligne, in alcuni casi può causare nel soggetto un rigetto molto serio, una delle patologie più gravi che una persona può sviluppare nel momento in cui viene sottoposta a trapianto di cellule staminali è la malattia veno occlusiva epatica.
Nella sua forma più grave, questo tipo di patologia, può avere un tasso di mortalità pari all'80 %, un problema molto serio, la patologia si sviluppa all'incirca dopo un mese dall'intervento, i sintomi che si manifestano sono: un aumento del volume della massa del fegato, unita a una insufficienza legata a vari organi che si manifesta successivamente, se non curata nelle tempistiche dovute, porta alla morte in breve tempo.
Finalmente un farmaco chiamato Defibrotide, dovrebbe prevenire le conseguenze di questa patologia, evitando cure che fino a questo momento hanno creato altri tipi di effetti collaterali, il trattamento farmacologico ha evidenziato un tasso di sopravvivenza dopo 100 giorni del trapianto pari al 52%, oltre ad essere approvato in tutta Europa.